Una nuova Bibbiano in Lunigiana?

Famiglia Aperta, in attesa che il quadro sia più completo e che la magistratura si esprima sul caso, pensa sia opportuno fare alcune considerazioni per quanto accaduto nei giorno scorsi in Lunigiana.

L’affidamento familiare è la prima scelta da percorrere e l’opzione più auspicabile per i bambini, in quanto ricrea l’ambiente relazionale di cui hanno bisogno,

Ci sono però situazioni così complesse per le quali sono necessarie anche competenze specifiche che le famiglie, con tutta la buona volontà, non possono mettere in campo, In questi casi l’inserimento in una Comunità a dimensione familiare è il supporto migliore che si possa offrire a ragazzi, spesso adolescenti, con disagi difficilmente gestibili in contesti non professionali.

Inoltre è sempre più difficile reperire nuove famiglie affidatarie a causa anche dei cambiamenti sociali degli ultimi anni. Quello che è successo nelle case di accoglienza in Lunigiana crea gravi danni prima di tutto ai ragazzi coinvolti, ma anche alle numerose Comunità familiari che si impegnano mettendo in campo non solo le professionalità, ma anche il coinvolgimento affettivo ed emotivo sia degli operatori che dei volontari che spesso sostengono il loro lavoro.

Ecco il dettaglio dei fatti deplorevoli sull’articolo di oggi de L’Avvenire che, purtroppo, evidenzia analogie con le note vicende di Bibbiano.

Riportiamo e condividiamo in pieno le parole di Luciana Checcucci per il Coordinamento toscano UBI MINOR, in linea con il pensiero di Famiglia Aperta

La lettura di alcuni articoli sulla stampa relativi alla orrenda risposta data dai servizi sociali ai bisogni di famiglie e persone minori fragili mi spinge ad alcune riflessioni. 

La prima concerne la consuetudine di eludere la legge sull’adozione e l’affidamento che chiaramente indica per ogni minore il diritto a crescere in famiglia e, là dove questo non sia possibile, in una famiglia debitamente formata che lo accolga e accompagni per il periodo necessario al ristabilirsi di condizioni sufficientemente buone nella sua famiglia naturale. Soltanto in maniera residuale è permessa l’accoglienza in strutture e di tipo famigliare. 

La seconda riguarda il fatto che per attuare quanto normato servono risorse per strutturare, in maniera non lacunosa nel territorio, i Centri affido e dotarli delle figure professionali necessarie all’espletamento delle loro funzioni. 

Una fra le funzioni più trascurate dai Centri affido è proprio quella della promozione dei contenuti e delle procedure affermate dalla legge in tutela delle persone minori di età: se la comunità non è stimolata a conoscere e capire la rilevanza dell’Istituto dell’affidamento, difficilmente si perverrà a costituire un gruppo di persone disponibili e preparate a sostenere la crescita in famiglia dei minori che ne hanno bisogno. Questo primo anello mancante della catena di protezione induce a ricorrere con troppa leggerezza all’inserimento in comunità, dando spesso giustificazioni legate all’emergenza.

Anche l’esplorazione del territorio di competenza, alla ricerca del bisogno che esprime non ha  risorse sufficienti e, spesso, si arriva all’intervento di protezione soltanto quando le condizioni personali “malate” di ciascuno dei componenti la famiglia sono eclatanti, le relazioni sono gravemente deteriorate e le dinamiche familiari così consolidate da richiedere un lavoro intenso per essere disciolte.                                 

Fin qui siamo soltanto all’azione di prevenzione. Quando si arriva, finalmente, ad occuparsi del minore in condizione di bisogno e della sua famiglia naturale si vede che non tutti i territori hanno il loro Centro affidi e allora operano, in una solitudine più o meno profonda, gli Assistenti sociali. La solitudine per l’operatore è la sua più grande fatica. E’ una condizione di lavoro che va assolutamente superata perché anche soltanto la condivisione e il confronto con altre figure professionali possono aprire la strada per un affidamento che riuscirà nel suo intento di tenere in famiglia un bambino o un ragazzo. Dopo l’affidamento seguono la realizzazione del progetto e il suo monitoraggio. Chi starà vicino alle famiglie coinvolte nel progetto? In molti dei Centri affido mancano le necessarie figure professionali e parliamo di assistente sociale, psicologo, educatore dedicati. Dedicati perché svolgono il loro compito in maniera, oltre che competente, continuativa, che diventano conoscenti veri delle persone che stanno accompagnando. 

La seconda riflessione riguarda gli organizzatori ad alto livello di questo servizio di tutela e la loro incapacità di essere efficaci e puntuali nel controllo di come le loro leggi e procedure vengono attuate. La mia ipotesi è che non siano ben considerati rapporti fra necessità e risorse attribuite, considerando fra le risorse anche la selezione del personale impiegato. 

La terza ed ultima riflessione considera che contro i malfattori, che hanno fatto la scelta di essere indifferenti al bene comune e che, anzi, il senso civico non sanno neppure cosa sia, con difficoltà si potranno ottenere definitive vittorie. Però sarebbe auspicabile che avessero giuste condanne e poca visibilità e che invece questa visibilità fosse per le moltissime persone che agiscono non solo nel rispetto della legge, ma che si mettono in gioco con le loro competenze genitoriali per essere insieme ai bambini e ai ragazzi che hanno bisogno di una famiglia per crescere.

Festa del Volontariato

Il 5 dicembre di ogni anno si festeggia la Giornata internazionale del volontariato
Questa giornata è stata così designata dalla risoluzione 40/212 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 17 dicembre 1985.

Lo scopo della giornata internazionale del volontariato è quello di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo.

L’attività di volontariato è quella di sostenere le iniziative di pace, gli aiuti umanitari e di assistenza medica, il monitoraggio dei diritti umani e il supporto di organizzazioni non lucrative di utilità sociale.

Per festeggiare questa giornata vi proponiamo un video che raccoglie eventi organizzati nel corso del tempo da Famiglia Aperta.
 
Speriamo di poterne programmare presto tanti altri insieme
Guardatelo sul nostro canale YouTobe

Una Vacanza per crescere insieme

Ringraziamo la Regione Toscana – Settore Welfare per l’ammissione al finanziamento del nostro progetto “Una Vacanza per crescere insieme”.

Famiglia Aperta quest’anno ha partecipato all’avviso pubblico del D.D.R. 10402/20 per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di Campi estivi con pernottamento per promuovere il benessere psico-fisico di bambini/e e ragazzi/e di età compresa tra i 6 e i 18 anni.

Una vacanza per crescere insieme

Relazione sulle attività svolte

Il soggiorno estivo, che si è svolto al Campo estivo di Marina Bibbona per due settimane nel mese di luglio, ha avuto come elemento centrale l’aspetto ludico attraverso il quale è stato possibile fornire ai ragazzi opportunità e contesti in cui confrontarsi con i pari; ciò risulta fondamentale al fine di contribuire allo sviluppo e al consolidamento delle competenze socio-relazionali.

Le attività hanno quindi riguardato principalmente il contesto balneare, sia all’interno del camping che in altre zone della costa Livornese.

I ragazzi hanno partecipato a giochi in spiaggia, proposti dagli educatori, ed hanno partecipato attivamente a quelli degli animatori del villaggio, sempre rispettando le indicazioni delle norme sul Covid19.

Spiaggia

Sono state inoltre organizzate varie escursioni nei luoghi di principale interesse nei pressi del campeggi che hanno coinvolto tutti i ragazzi.

Camping

La Regione Toscana, con decreto dirigenziale  n. 14944 del 17/09/2020, ha riconosciuto al progetto di Famiglia Aperta un contributo di € 5.000,00

Campo estivo Marina Bibbona

Obbligo di trasparenza 2020

OBBLIGO DI TRASPARENZA

(Legge 4 agosto 2017, n.124 – articolo 1, commi 125-129.

Adempimento degli obblighi di trasparenza e di pubblicità)

L’anno appena trascorso non evidenzia modifiche sui tempi di erogazione.

Due sono i canali sui quali si indirizza l’attività dell’Associazione, nella sua collaborazione con le istituzioni pubbliche:

  1. il servizio svolto, mediante l’attività di professionisti (psicologi ed assistenti sociali), a vantaggio del funzionamento dei Centri Affidi di Pisa, Livorno, Bassa Val di Cecina e Val di Cornia;
  2. la conduzione della Comunità a dimensione familiare “Croce del sud”, che costituisce un esperimento da valere come base per l’adozione di buone prassi nelle strutture equivalenti (adulto di riferimento convivente, equipe professionale con rapporto 1 a 1 con i ragazzi ospiti e interventi dei volontari dell’associazione nella vita della comunità).

La nostra è un’associazione senza scopo di lucro che utilizza tutti i proventi per i fini istituzionali, intervenendo su progetti a favore dei ragazzi in difficoltà, anche se maggiorenni, ma usciti da periodi di affido senza rientrare nelle famiglie d’origine, caso sempre più frequente nelle esperienze ultime. soci e gli amministratori, i membri del Consiglio Direttivo e la Presidente, essendo volontari, non percepiscono nulla per la loro attività che, se fosse quantificabile ammonterebbe a più di metà delle uscite complessive.

Potete visualizzare e scaricare il documento ufficiale

 

 

 

 

 

 

 

Faamiglia Aperta_Obbigo di Trasparenza

Festa di laurea per Elisa

Elisa, tra tutti i ragazzi che sono state ospitati nel corso degli anni nella Casa Famiglia di Caprona, è stata la prima a raggiungere un traguardo importante: ha terminato con successo il suo percorso di Studi alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze.

La Casa Famiglia di Caprona ha organizzato una bella festa per condividere con Elisa l’obiettivo raggiunto: sono intervenuti anche gli educatori, Fabio e Antonella, che l’hanno accolta quando fece il suo ingresso da ragazzina e l’hanno guidata durante tutta la sua permanenza.

Elisa era emozionata, oltre che per la bella accoglienza (non mancavano cibi e dolci), anche quando ha letto la lettera della sua professoressa, che le ha fatto molti complimenti:

“sono io che desidero ringraziarti per avermi dato modo di conoscere un mondo non facile da contattare. Hai fatto un ottimo lavoro con responsabilità, pazienza e competenza. Ho visto in te un grande cambiamento da quando ci siamo conosciute durante il corso.  È veramente un gran piacere quando ci viene data la possibilità di fare un percorso della vita insieme.

Ti auguro ogni successo e di dare corpo ai tuoi sogni”

Prof.ssa S. G.
Department of Education, Languages, Intercultures,
Literatures and Psychology

Per i ragazzi presenti adesso nella Casa Famiglia è stata una bella testimonianza perché si sono resi conto che l’Associazione continua a seguirli anche dopo i 18 anni.

Un bel risultato per tutto il gruppo che ha collaborato alla sua crescita, ma non il solo: c’è un’altra ragazza, Angelica,  che sta frequentando l’Università adesso ed una, Blessing, che si è sposata e ha due bei bambini.

Per questo vale la pena di continuare ad impegnarsi!

 

 

Gruppo d’incontro per famiglie affidatarie

Dal mese di febbraio, e per tutto l’anno 2018, sarà riattivato il “Gruppo d’incontro per famiglie affidatarie“. Parteciperanno due operatori che da anni partecipano alle attività del Centro Affidi. In particolare si tratta di una psicologa e di un assistente sociale, che avranno il compito di facilitatori.
Presso il Centro Polivalente (in Via San Zeno, 17 – Pisa)

 

  • Lunedì 10 dicembre 2018
Nota – Per informazioni più dettagliate sul contenuto e le modalità degli incontri  è possibile contattare i numeri telefonici +39 328 7466090 –  +39 050 2200324 oppure scrivere a presidenza.famigliaaperta@gmail.com