I Servizi Sociali di Pisa stanno seguendo due giovani ragazzi di 12 e 13 anni, per i quali si rende necessario attivare un sostegno scolastico e un accompagnamento verso attività di socializzazione.
Affido
Una camminata per affidarsi
Gli studenti del Liceo Artistico Russoli di Pisa, all’interno di un progetto sull’accoglienza familiare, hanno prodotto più di cinquanta disegni che intendono richiamare la Comunità ad un suo antico compito:
Accogliere ed occuparsi di chi ha bisogno.
Una di queste opere ha trovato spazio nel Murales che inauguriamo in Piazza Santa Croce in Fossabanda il 20 Novembre, anniversario della Carta Internazionale Onu dei Diritti del Fanciullo
La campagna di sensibilizzazione al tema dell’accoglienza, realizzata dal Centro Affidi e la Società della Salute della Zona Pisana con Famiglia Aperta, prosegue per tutto il prossimo anno.
Ragazzi che parlano di altri ragazzi: gli adulti, la comunità intera, raccolga il messaggio e risponda con il proprio impegno per organizzare insieme alle istituzioni una risposta solidale, inclusiva, un momento di crescita per tutta la comunità pisana.
Un ragazzo in situazione di difficoltà ha bisogno dell’aiuto di esperti, ma la condivisione della vita è un elemento altrettanto indispensabile per aiutarlo a crescere, a guarire le ferite, a recuperare fiducia. La condivisione salva la vita: questo è il dono più prezioso. Per i giovani non basta fare delle cose, possiamo essere famiglia con loro.
La vita familiare non si costruisce attorno all’istituzione, ma nella “normalità” del quotidiano, con la disponibilità della gente comune all’accoglienza, all’educazione, al coinvolgimento affettivo.
Crediamo nelle risorse di solidarietà che tutte le persone portano dentro di sé, nella possibilità di dialogare ed incidere nelle politiche sociali, nell’utopia di una società accogliente.
Anche le più recenti leggi e gli studi scientifici più accreditati, indicano l’accoglienza familiare come scelta preferenziale per garantire un’equilibrata crescita affettiva dei bambini/e e dei ragazzi/e.
Cerchiamo famiglie, coppie o singoli/e, disponibili a condividere con noi percorsi di accoglienza.
Per informazioni o chiarimenti contattare l’Associazione o gli Operatori del Centro Affidi di Pisa
Diffondete e partecipate numerosi
5 x 1000 a Famiglia Aperta 2021
Caro socio e caro amico
Come sai Famiglia Aperta è una Associazione che si dedica all’Affidamento Familiare e lo promuove come via da seguire quando gravi problemi non consentono alle famiglie naturali di occuparsi dei propri figli. Noi cerchiamo di offrire a questi ragazzi un’opportunità per ottenere un diritto che dovrebbe essere di tutti i bambini: crescere e formarsi in un ambiente sereno, al riparo dal rischio e dal disagio.
Sul nostro sito e nella nostra pagina Facebook puoi vedere alcune iniziative che promuoviamo per sensibilizzare le famiglie, sostenere quelle affidatarie e per la protezione dell’infanzia.
In proposito, ci piace sottolineare il lavoro che svolgiamo con la comunità familiare “Croce del Sud”, che abbiamo aperto a Caprona nel 1995 grazie alla determinazione dei volontari di Famiglia Aperta e alla Diocesi di Pisa, che ha concesso in comodato la grande casa che accoglie i ragazzi. Alle spese di gestione si fa fronte con il contributo dei Servizi Sociali che ci affidano i bambini.
Purtroppo questi contributi cessano al raggiungimento del 18° anno dei ragazzi, ad un’età che non può certo corrispondere alla possibilità di vivere autonomamente: quasi tutti i ragazzi vanno ancora a scuola ……speriamo per diversi altri anni ancora. Abbiamo così fatto partire il progetto “Verso l’autonomia” per aiutarli a completare gli studi, a cercare un lavoro e una casa, a trovare la propria strada.
Se anche tu credi, come crediamo noi, che si può davvero trasformare il loro sogno in realtà, ti chiediamo di sostenerci destinando il 5 x 1000 dell’IRPEF a Famiglia Aperta, apponendo, nel riquadro del sostegno al volontariato della Certificazione Unica, del mod. 730 o della “Dichiarazione Redditi Persone fisiche”,
la tua firma ed il codice fiscale di FAMIGLIA APERTA
93019130504
Ti ringraziamo per l’attenzione che ci hai prestato e ti invitiamo a prendere contatto con noi per illustrarti meglio cosa facciamo, cosa ci piacerebbe fare ed in particolare il funzionamento della Comunità familiare di Caprona ed il progetto “Verso l’Autonomia” per cui chiediamo il tuo aiuto.
Una nuova Bibbiano in Lunigiana?
Famiglia Aperta, in attesa che il quadro sia più completo e che la magistratura si esprima sul caso, pensa sia opportuno fare alcune considerazioni per quanto accaduto nei giorno scorsi in Lunigiana.
L’affidamento familiare è la prima scelta da percorrere e l’opzione più auspicabile per i bambini, in quanto ricrea l’ambiente relazionale di cui hanno bisogno,
Ci sono però situazioni così complesse per le quali sono necessarie anche competenze specifiche che le famiglie, con tutta la buona volontà, non possono mettere in campo, In questi casi l’inserimento in una Comunità a dimensione familiare è il supporto migliore che si possa offrire a ragazzi, spesso adolescenti, con disagi difficilmente gestibili in contesti non professionali.
Inoltre è sempre più difficile reperire nuove famiglie affidatarie a causa anche dei cambiamenti sociali degli ultimi anni. Quello che è successo nelle case di accoglienza in Lunigiana crea gravi danni prima di tutto ai ragazzi coinvolti, ma anche alle numerose Comunità familiari che si impegnano mettendo in campo non solo le professionalità, ma anche il coinvolgimento affettivo ed emotivo sia degli operatori che dei volontari che spesso sostengono il loro lavoro.
Ecco il dettaglio dei fatti deplorevoli sull’articolo di oggi de L’Avvenire che, purtroppo, evidenzia analogie con le note vicende di Bibbiano.
Riportiamo e condividiamo in pieno le parole di Luciana Checcucci per il Coordinamento toscano UBI MINOR, in linea con il pensiero di Famiglia Aperta
La lettura di alcuni articoli sulla stampa relativi alla orrenda risposta data dai servizi sociali ai bisogni di famiglie e persone minori fragili mi spinge ad alcune riflessioni.
La prima concerne la consuetudine di eludere la legge sull’adozione e l’affidamento che chiaramente indica per ogni minore il diritto a crescere in famiglia e, là dove questo non sia possibile, in una famiglia debitamente formata che lo accolga e accompagni per il periodo necessario al ristabilirsi di condizioni sufficientemente buone nella sua famiglia naturale. Soltanto in maniera residuale è permessa l’accoglienza in strutture e di tipo famigliare.
La seconda riguarda il fatto che per attuare quanto normato servono risorse per strutturare, in maniera non lacunosa nel territorio, i Centri affido e dotarli delle figure professionali necessarie all’espletamento delle loro funzioni.
Una fra le funzioni più trascurate dai Centri affido è proprio quella della promozione dei contenuti e delle procedure affermate dalla legge in tutela delle persone minori di età: se la comunità non è stimolata a conoscere e capire la rilevanza dell’Istituto dell’affidamento, difficilmente si perverrà a costituire un gruppo di persone disponibili e preparate a sostenere la crescita in famiglia dei minori che ne hanno bisogno. Questo primo anello mancante della catena di protezione induce a ricorrere con troppa leggerezza all’inserimento in comunità, dando spesso giustificazioni legate all’emergenza.
Anche l’esplorazione del territorio di competenza, alla ricerca del bisogno che esprime non ha risorse sufficienti e, spesso, si arriva all’intervento di protezione soltanto quando le condizioni personali “malate” di ciascuno dei componenti la famiglia sono eclatanti, le relazioni sono gravemente deteriorate e le dinamiche familiari così consolidate da richiedere un lavoro intenso per essere disciolte.
Fin qui siamo soltanto all’azione di prevenzione. Quando si arriva, finalmente, ad occuparsi del minore in condizione di bisogno e della sua famiglia naturale si vede che non tutti i territori hanno il loro Centro affidi e allora operano, in una solitudine più o meno profonda, gli Assistenti sociali. La solitudine per l’operatore è la sua più grande fatica. E’ una condizione di lavoro che va assolutamente superata perché anche soltanto la condivisione e il confronto con altre figure professionali possono aprire la strada per un affidamento che riuscirà nel suo intento di tenere in famiglia un bambino o un ragazzo. Dopo l’affidamento seguono la realizzazione del progetto e il suo monitoraggio. Chi starà vicino alle famiglie coinvolte nel progetto? In molti dei Centri affido mancano le necessarie figure professionali e parliamo di assistente sociale, psicologo, educatore dedicati. Dedicati perché svolgono il loro compito in maniera, oltre che competente, continuativa, che diventano conoscenti veri delle persone che stanno accompagnando.
La seconda riflessione riguarda gli organizzatori ad alto livello di questo servizio di tutela e la loro incapacità di essere efficaci e puntuali nel controllo di come le loro leggi e procedure vengono attuate. La mia ipotesi è che non siano ben considerati rapporti fra necessità e risorse attribuite, considerando fra le risorse anche la selezione del personale impiegato.
La terza ed ultima riflessione considera che contro i malfattori, che hanno fatto la scelta di essere indifferenti al bene comune e che, anzi, il senso civico non sanno neppure cosa sia, con difficoltà si potranno ottenere definitive vittorie. Però sarebbe auspicabile che avessero giuste condanne e poca visibilità e che invece questa visibilità fosse per le moltissime persone che agiscono non solo nel rispetto della legge, ma che si mettono in gioco con le loro competenze genitoriali per essere insieme ai bambini e ai ragazzi che hanno bisogno di una famiglia per crescere.
Festa del Volontariato
Lo scopo della giornata internazionale del volontariato è quello di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo.
L’attività di volontariato è quella di sostenere le iniziative di pace, gli aiuti umanitari e di assistenza medica, il monitoraggio dei diritti umani e il supporto di organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
Una Vacanza per crescere insieme
Ringraziamo la Regione Toscana – Settore Welfare per l’ammissione al finanziamento del nostro progetto “Una Vacanza per crescere insieme”.
Famiglia Aperta quest’anno ha partecipato all’avviso pubblico del D.D.R. 10402/20 per la concessione di contributi finalizzati alla realizzazione di Campi estivi con pernottamento per promuovere il benessere psico-fisico di bambini/e e ragazzi/e di età compresa tra i 6 e i 18 anni.
Relazione sulle attività svolte
Il soggiorno estivo, che si è svolto al Campo estivo di Marina Bibbona per due settimane nel mese di luglio, ha avuto come elemento centrale l’aspetto ludico attraverso il quale è stato possibile fornire ai ragazzi opportunità e contesti in cui confrontarsi con i pari; ciò risulta fondamentale al fine di contribuire allo sviluppo e al consolidamento delle competenze socio-relazionali.
Le attività hanno quindi riguardato principalmente il contesto balneare, sia all’interno del camping che in altre zone della costa Livornese.
I ragazzi hanno partecipato a giochi in spiaggia, proposti dagli educatori, ed hanno partecipato attivamente a quelli degli animatori del villaggio, sempre rispettando le indicazioni delle norme sul Covid19.
Sono state inoltre organizzate varie escursioni nei luoghi di principale interesse nei pressi del campeggi che hanno coinvolto tutti i ragazzi.
La Regione Toscana, con decreto dirigenziale n. 14944 del 17/09/2020, ha riconosciuto al progetto di Famiglia Aperta un contributo di € 5.000,00
Obbligo di trasparenza 2020
OBBLIGO DI TRASPARENZA
(Legge 4 agosto 2017, n.124 – articolo 1, commi 125-129.
Adempimento degli obblighi di trasparenza e di pubblicità)
L’anno appena trascorso non evidenzia modifiche sui tempi di erogazione.
Due sono i canali sui quali si indirizza l’attività dell’Associazione, nella sua collaborazione con le istituzioni pubbliche:
- il servizio svolto, mediante l’attività di professionisti (psicologi ed assistenti sociali), a vantaggio del funzionamento dei Centri Affidi di Pisa, Livorno, Bassa Val di Cecina e Val di Cornia;
- la conduzione della Comunità a dimensione familiare “Croce del sud”, che costituisce un esperimento da valere come base per l’adozione di buone prassi nelle strutture equivalenti (adulto di riferimento convivente, equipe professionale con rapporto 1 a 1 con i ragazzi ospiti e interventi dei volontari dell’associazione nella vita della comunità).
La nostra è un’associazione senza scopo di lucro che utilizza tutti i proventi per i fini istituzionali, intervenendo su progetti a favore dei ragazzi in difficoltà, anche se maggiorenni, ma usciti da periodi di affido senza rientrare nelle famiglie d’origine, caso sempre più frequente nelle esperienze ultime. soci e gli amministratori, i membri del Consiglio Direttivo e la Presidente, essendo volontari, non percepiscono nulla per la loro attività che, se fosse quantificabile ammonterebbe a più di metà delle uscite complessive.
Potete visualizzare e scaricare il documento ufficiale
Festa di laurea per Elisa
Elisa, tra tutti i ragazzi che sono state ospitati nel corso degli anni nella Casa Famiglia di Caprona, è stata la prima a raggiungere un traguardo importante: ha terminato con successo il suo percorso di Studi alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze.
La Casa Famiglia di Caprona ha organizzato una bella festa per condividere con Elisa l’obiettivo raggiunto: sono intervenuti anche gli educatori, Fabio e Antonella, che l’hanno accolta quando fece il suo ingresso da ragazzina e l’hanno guidata durante tutta la sua permanenza.
Elisa era emozionata, oltre che per la bella accoglienza (non mancavano cibi e dolci), anche quando ha letto la lettera della sua professoressa, che le ha fatto molti complimenti:
“sono io che desidero ringraziarti per avermi dato modo di conoscere un mondo non facile da contattare. Hai fatto un ottimo lavoro con responsabilità, pazienza e competenza. Ho visto in te un grande cambiamento da quando ci siamo conosciute durante il corso. È veramente un gran piacere quando ci viene data la possibilità di fare un percorso della vita insieme.
Ti auguro ogni successo e di dare corpo ai tuoi sogni”
Prof.ssa S. G.
Department of Education, Languages, Intercultures,
Literatures and Psychology
Per i ragazzi presenti adesso nella Casa Famiglia è stata una bella testimonianza perché si sono resi conto che l’Associazione continua a seguirli anche dopo i 18 anni.
Un bel risultato per tutto il gruppo che ha collaborato alla sua crescita, ma non il solo: c’è un’altra ragazza, Angelica, che sta frequentando l’Università adesso ed una, Blessing, che si è sposata e ha due bei bambini.
Per questo vale la pena di continuare ad impegnarsi!
Pubblicazione Bilancio Sociale 2018
L’Associazione Famiglia Aperta ha approvato il proprio bilancio sociale e a breve sarà stampato e condiviso con tutti i soci.
Qui potete trovare versione pocket Bilancio sociale 2018
Gruppo d’incontro per famiglie affidatarie
- Dal mese di febbraio, e per tutto l’anno 2018, sarà riattivato il “Gruppo d’incontro per famiglie affidatarie“. Parteciperanno due operatori che da anni partecipano alle attività del Centro Affidi. In particolare si tratta di una psicologa e di un assistente sociale, che avranno il compito di facilitatori.
- Presso il Centro Polivalente (in Via San Zeno, 17 – Pisa)
- Lunedì 10 dicembre 2018
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- Nota – Per informazioni più dettagliate sul contenuto e le modalità degli incontri è possibile contattare i numeri telefonici +39 328 7466090 – +39 050 2200324 oppure scrivere a presidenza.famigliaaperta@gmail.com