Incontri di in-formazione all’affido

Continuano gli incontri di in-formazione organizzati da Famiglia Aperta
Per tutti quanti vogliano avvicinarsi al tema accoglienza e dell’affido familiare, approfondirne alcuni aspetti, condividere riflessioni e prospettive e anche provare a dare qualche risposta ai dubbi che posso venire a chi vuole intraprendere questa avventura, il cui scopo è permettere a bambine e bambini di superare nel modo migliore possibile un periodo complicato per loro e le loro famiglie.
Gli incontri sono organizzati e gestiti da un assistente sociale e una volontaria dell’Associazione Famiglia Aperta in collaborazione con il Centro Affidi di Pisa.
Gli incontri sono gratuiti e per ora ancora in modalità online, in orario serale dalle ore 21.00 alle ore 22.00

Ecco il calendario:

  • mercoledì 16 marzo: “Una rete di servizi: al servizio di chi e per cosa?”
  • mercoledì 30 marzo: “Chi è il bambino in affido?”
  • mercoledì 13 aprile: “Famiglia affidataria si è o si diventa?”
  • mercoledì 27 aprile: “Due famiglie: l’incontro e lo scontro che fanno crescere il bambino”

Per ricevere maggiori informazioni ed avere il link per partecipare puoi contattare:
Giorgia +39 370 3032602
Anna +39 3473027300

Una camminata per affidarsi

Gli studenti del Liceo Artistico Russoli di Pisa, all’interno di un progetto sull’accoglienza familiare, hanno prodotto più di cinquanta disegni che intendono richiamare la  Comunità ad un suo antico compito:

Accogliere ed occuparsi di chi ha bisogno.

Una di queste opere ha trovato spazio nel Murales che inauguriamo in Piazza Santa Croce in Fossabanda il  20 Novembre, anniversario della Carta Internazionale Onu dei Diritti del Fanciullo

La campagna di sensibilizzazione al tema dell’accoglienza, realizzata dal Centro Affidi e la Società della Salute della Zona Pisana con Famiglia Aperta, prosegue per tutto il prossimo anno.

Ragazzi che parlano di altri ragazzi: gli adulti, la comunità intera, raccolga il messaggio e risponda con il proprio impegno per organizzare insieme alle istituzioni una  risposta solidale, inclusiva, un momento di crescita per tutta la comunità pisana.

Un ragazzo in situazione di difficoltà ha bisogno dell’aiuto di esperti, ma la condivisione della vita è un elemento altrettanto indispensabile per aiutarlo a crescere, a guarire le ferite, a recuperare fiducia. La condivisione salva la vita: questo è il dono più prezioso. Per i giovani non basta fare delle cose, possiamo essere famiglia con loro.

La vita familiare non si costruisce attorno all’istituzione, ma nella “normalità” del quotidiano, con  la disponibilità della gente comune all’accoglienza, all’educazione, al coinvolgimento affettivo.

Crediamo nelle risorse di solidarietà che tutte le persone portano dentro di sé, nella possibilità di  dialogare ed incidere nelle politiche sociali, nell’utopia di una società accogliente.

Anche le più recenti leggi e gli studi scientifici più accreditati, indicano l’accoglienza familiare come  scelta preferenziale per garantire un’equilibrata crescita affettiva dei bambini/e e dei ragazzi/e.

Cerchiamo famiglie, coppie o singoli/e, disponibili a condividere con noi percorsi di accoglienza.

Per informazioni o chiarimenti contattare l’Associazione o gli Operatori del Centro Affidi di Pisa

Diffondete e partecipate numerosi

Festa del Volontariato

Il 5 dicembre di ogni anno si festeggia la Giornata internazionale del volontariato
Questa giornata è stata così designata dalla risoluzione 40/212 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 17 dicembre 1985.

Lo scopo della giornata internazionale del volontariato è quello di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo.

L’attività di volontariato è quella di sostenere le iniziative di pace, gli aiuti umanitari e di assistenza medica, il monitoraggio dei diritti umani e il supporto di organizzazioni non lucrative di utilità sociale.

Per festeggiare questa giornata vi proponiamo un video che raccoglie eventi organizzati nel corso del tempo da Famiglia Aperta.
 
Speriamo di poterne programmare presto tanti altri insieme
Guardatelo sul nostro canale YouTobe

Borsa di studio in ricordo di Pilar

“Se un bambino vive l’accoglienza e l’amicizia, impara a trovare l’amore nel mondo”

Annamaria Columbu, detta Pilar, è stata con alcuni amici la fondatrice dell’Associazione Famiglia Aperta, che dal 1993 promuove la cultura dell’accoglienza attraverso l’affido familiare nei confronti di bambini e ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà, per dar loro una speranza di crescita serena.

Le persone che l’hanno conosciuta ne ricordano la profonda forza d’animo, la vivace intelligenza e la generosa disponibilità verso gli altri.

L’Associazione, per ricordare il suo esempio e il suo grande impegno nell’offrire la possibilità ad ogni bambino di trovare un ambiente accogliente in cui diventare grande,  ha istituito una Borsa di Studio che consenta a ragazzi e giovani, che si impegnano in vario modo verso i minori, di realizzare il loro desiderio.

La borsa di studio verrà assegnata, a giudizio del Consiglio Direttivo dell’Associazione, in base ai criteri di:

  • impegno in attività di sostegno e solidarietà verso minori in difficoltà,
  • impegno in studi indirizzati a promuovere e salvaguardare i diritti dei minori,
  • difficoltà ambientali in cui operano nei confronti di minori in situazioni di grave trascuratezza,

Famiglia Aperta da tanti anni condivide i suoi obiettivi con l’Associazione AFA, fondata 25 anni fa da Padre Arturo Paoli a Foz do Iguaçu in Brasile, che opera nelle favelas con progetti sociali rivolti alle comunità più disagiate e ai tanti minori in situazioni di grave trascuratezza.

Per questo motivo il Consiglio Direttivo ha deciso di attribuire la Borsa di studio di euro 1.500 per l’anno 2020 ad una ragazza dell’associazione AFA, per consentirle di realizzare il suo desiderio, che ha espresso in questa frase:

Mi chiamo Claudia Souza dos Santos, sono una ragazza di 37 anni e da 8 mesi faccio parte dell’Associazione Fraternidade Aliança. Quest’anno ho deciso di tornare a studiare per qualificarmi al servizio e per servire le persone con cui lavoriamo e anche quelle che vengono da noi. Sento di essere grata di poter essere parte di un lavoro che cerca di promuovere e salvare la dignità della persona umana

Verbale Assemblea ordinaria e straordinaria dei soci 2020

Il 6 settembre 2020 alle ore 17,30, in seconda convocazione, presso le Officine Garibaldi di Pisa, si è riunita l’assemblea dell’Associazione Famiglia Aperta, come da avviso inviato agli associati in data 28 agosto 2020, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
In via ordinaria

  • approvazione del bilancio e rendiconto della situazione contabile per il 2019
  • aggiornamenti sulla “Croce del sud”, con particolare riferimento al periodo “Covid”
  • i rapporti con i Servizi sociali che richiedono una riflessione approfondita sul tipo di collaborazione da portare avanti in futuro, in vista del rinnovo della convenzione.

In via straordinaria

  • la modifica dello Statuto per cambiare la forma dell’Associazione da ODV (Organizzazione di volontariato) ad APS (Associazione di Promozione sociale), come già anticipato nell’Assemblea dello scorso anno;
  • rinnovo del Consiglio Direttivo.

Il Presidente Anna Maria D’Antona dichiara aperta la seduta e chiama a fungere da Segretario il sig. Giuseppe Salerno.

Il Presidente constata la presenza, in proprio o per delega dei seguenti
associati:

In proprio: Rossella Bargellini, Marcella Bendinelli, Emanuela Bertini, Antonella Biegi, Cecilia Cardella, Antonio Casarosa, Flavia Casarosa, Anna Maria D'Antona, Rosa Danza, Maria Antonietta Delfino, Giorgia Delli Cicchi, Diana Fiorini, Francesca Lodolini Salvini, Riccardo Lorenzi, Giovanna Mannucci, Gino Meucci, Felice Pantone, Marcella Silvana Papa, Antonio Piccioli, Antonietta Pisani, Paola Pozzoli, Miriam Ricci, Giuseppe Salerno, Stefania, Salerno, Celina Scarlatti, Tommaso Tamburrini.

Per delega: Marta Battistoni, Irene Bonaccorsi, Rita Borsi, Silvia Carniani, Elena Conti, Piera Cosulich, Andrea De Maria, Federica Fabbrini, Daniela Gartner, Laura Giannicchi, Gabriella Giuntoli, Sabrina Gravina, Giovanni Lorenzi, Giulio Lorenzi, Wladi Lupi, Gabriele Mannocci, Angela Meucci, Giorgio Montagnoli, Fabio Mordà, Camilla Pantone, Cecilia Pantone, Teresita Picardi, Gioia Poltronieri, Eleonora Santini, Patrizia Tosetto, Michele Veninata.

Il Presidente rileva che l’assemblea è regolarmente costituita, in seconda convocazione e, per quanto riguarda gli argomenti all’ordine del giorno in via ordinaria, passa la parola al dr. Mazzanti dello Studio Guidi che ha predisposto il rendiconto della situazione contabile per il 2019.

Il dr. Mazzanti espone brevemente la situazione finanziaria dell’Associazione, riconoscendo che i conti sono tenuti in ordine e facilmente tracciabili. L’attivo è spiegabile con l’andamento altalenante dei rimborsi fatti dagli enti pubblici, talvolta in ritardo nei pagamenti. Copia del bilancio viene distribuito ai soci che lo approvano all’unanimità.
Sul secondo punto all’ordine del giorno il dr. Simone Ciulla relaziona sulla Comunità di Caprona, partendo dalle difficoltà che sono state affrontate nel periodo della chiusura per “Covid” e nei mesi successivi. Sono stati osservati tutti i protocolli per la sicurezza dei ragazzi e degli operatori, la qual cosa ha permesso di superare i momenti più pericolosi, grazie anche alla collaborazione dei ragazzi che si sono comportati con grande responsabilità. L’Associazione ha fornito tutte le attrezzature necessarie per la salute (termoscanner, mascherine, igienizzanti, ecc..) e quelle per le
comunicazioni a distanza con le famiglie e con la scuola (telefono, computer, ecc..). Durante l’estate i ragazzi hanno fatto meritate vacanze in sicurezza in un Villaggio turistico con gli operatori e campi solari in piccoli gruppi.
Anna ha parlato dell’aiuto che l’Associazione ha fornito alle famiglie affidatarie alle quali era stata inviata una lettera con la disponibilità personale e della d.ssa Cavallaro, psicologa, per un sostegno on-line al quale hanno aderito molte famiglie che in questo periodo di chiusura si erano trovate in particolare difficoltà e che hanno ringraziato l’associazione, perché i Servizi Sociali non erano raggiungibili.

Pietro Galliani fa notare che stanno ripartendo i contatti con il Centro Affidi e, per quanto ci riguarda, cercheremo di attivare piccoli gruppi per i percorsi di in-formazione per le numerose famiglie che in questi ultimi mesi si sono dimostrate interessate a conoscere meglio l’affido familiare.
Passando poi alla trattazione degli argomenti all’ordine del giorno in via straordinaria, il Presidente constata che l’Assemblea è validamente costituita ai sensi dello Statuto vigente (art. 5, punto 7), essendo stato raggiunto il quorum di 2/3 dei soci. Alla data di oggi, infatti, i soci regolarmente iscritti nell’apposito libro sono 73 ed i 2/3 sono 49. La somma dei presenti (26) e delle deleghe (26) è di 52.
Il Presidente illustra le motivazioni che hanno indotto il Consiglio Direttivo a decidere di sottoporre all’Assemblea la trasformazione dell’Associazione da ODV ad APS. Pur rimanendo uguali le finalità e le attività indicate nel precedente Statuto e rimanendo invariato l’Atto Costitutivo originario, l’Associazione ormai da anni rivolge la propria attività, oltre che ai terzi, anche verso i propri soci e le loro famiglie che sono interessate all’affido. Inoltre, in questi ultimi anni si sono avvicinate all’Associazione molte persone che hanno collaborato in forma professionale o come dipendenti, costituendo un punto di forza nelle trattative con i Servizi e gli Enti pubblici in generale e diventando essenziali nella programmazione delle attività. Con la trasformazione questi soggetti possono entrare a far parte dell’Associazione come soci, fornendo un nucleo che garantisca un futuro, pur mantenendo nell’associazione la prevalenza del volontariato puro a cui i soci storici dell’associazione sono particolarmente legati.
Dopo ampio dibattito fra gli associati, il Presidente propone di mettere in votazione il testo del nuovo Statuto e, accertato che sono favorevoli alla modifica statutaria che trasforma l’Associazione da ODV ad APS tutti i soci presenti in proprio o per delega, dichiara approvato all’unanimità il nuovo Statuto.

Si dà mandato al Presidente di provvedere alla registrazione della presente deliberazione con l’allegato Statuto.
Si passa quindi alla votazione per l’elezione del nuovo direttivo, dopo aver constatato il
tesseramento di tre nuovi soci. Vengono eletti i seguenti soci:
Anna Maria D’Antona, Giorgia Delli Cicchi, Flavia Casarosa, Rosa Danza, Antonietta Pisani, Pietro Galliani e Felice Pantone.
Non essendovi altro da deliberare, il Presidente ringrazia tutti per la partecipazione e
l’interessante dibattito e dichiara chiusa la seduta alle ore 19,30 dello stesso giorno, previa stesura, lettura e sottoscrizione del presente verbale.

 

Sarò la mamma nera di un bambino di Palermo

Palermo!

Per la prima volta nella storia d’Italia una donna di pelle nera, di origine eritrea, diventa mamma in affido di un bambino di pelle bianca, di origine siciliana.

Yodit è una donna nata in Eritrea 47 anni fa, che vive in Sicilia da 35 anni. È psicologa e mediatrice culturale. Francesco un bambino che vive in comunità proveniente da un contesto familiare difficile.

Una splendida notizia in periodi di propagande razzializzanti. Il segno che una nazione migliore, inclusiva davvero è possibile al di là delle tossiche narrazioni che si fanno per mera strumentalizzazione.

Purtroppo è una gioia un po’ amara quella che suscita una notizia del genere. L’amaro è dovuto proprio al fatto che ci si senta di dover gioire di fronte a un accadimento del genere.

Purtroppo siamo ancora ai primi passi di questo percorso sociale di interculturalità e integrazione, e il sentirsi di esultare per una cosa che dovrebbe essere la normalità ne è la triste dimostrazione.

Quando veramente si sarà in grado di valutare l’uomo, ogni singolo individuo, per il suo operare e non per la sua provenienza, per la colorazione della sua pelle o per l’appartenenza a qualsiasi tipo di minoranza, quando si sarà in grado di fare questo, solo allora potremo dire di essere tutti liberi.

Chi è vittima di pregiudizi non sarà mai totalmente libero.

 

Allontanamento Zero

Oggi è stato presentato il comunicato stampa a cura del Tavolo Nazionale Affido sul disegno di legge regionale piemontese denominato “Allontanamento Zero”, riproposto con lo stesso titolo anche in Emilia Romagna, .

COMUNICATO SUI DISEGNI DI LEGGE REGIONALI: “ALLONTANAMENTO ZERO”

Il Tavolo Nazionale Affido esprime una forte preoccupazione in merito al Disegno di Legge Regionale piemontese presentato dall’Assessore alle Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale, Pari Opportunità Chiara Caucino e in seguito proposto con lo stesso titolo in Emilia Romagna dal consigliere regionale Michele Facci e chiede invece alle Regioni e agli enti preposti, di basare i propri interventi sui “Cinque Principi per rimettere al centro il diritto dei bambini a crescere in famiglia” promossi nel documento del novembre 2019.

Nello specifico del DDLR, sulla base dell’esperienza delle associazioni del Tavolo, si sottolinea che:

  • nella realtà dei fatti la povertà economica non è il presupposto per l’allontanamento: non è sostenibile affermare che gli allontanamenti si possano evitare solo sostenendo economicamente le famiglie.
  • l’allontanamento di bambini e ragazzi viene disposto come extrema ratio dai servizi sociali e a loro tutela, non certo per indigenza dei genitori.
  • la prevenzione è necessaria e va intesa però come l’attivazione di quelle misure e interventi tesi a rimuovere, se possibile, le cause che portano all’allontanamento e non l’allontanamento in sé.
  • gli interventi di supporto alla famiglia di origine sono fondamentali e prioritari, ma qualora le situazioni di vulnerabilità e problematicità familiare mettano a rischio il benessere e preminente interesse dei minorenni deve essere messa in campo una tutela adeguata. L’affido familiare concilia bene la necessità di mettere in protezione un bambino o un ragazzo con quello di offrire un aiuto alla sua famiglia di origine.

Il TNA appoggia e concorda con quanto espresso nel documento elaborato dal Tavolo delle Associazioni Familiari piemontesi che in 11 punti argomenta la contrarietà al DDLR e mette in luce osservazioni importanti che rimettono al centro il minore come portatore di diritti, confermano il suo diritto ad una famiglia e valorizzano l’affido familiare.

LE ASSOCIAZIONI/RETI DEL TAVOLO NAZIONALE AFFIDOAIBI (Associazione Amici dei Bambini), ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie), Ass. COMETA, Ass. COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIIIAss. FAMIGLIE PER L’ACCOGLIENZAAss. Naz. FAMIGLIE NUMEROSE, CAM (Centro Ausiliario per i problemi minorili), CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), Coord. AFFIDO ROMA (Coordinamento degli Organismi del Privato Sociale iscritti all’albo per l’affido del Comune di Roma), Coordinamento CARE, COREMI – FVG (Coordinamento Regionale Tutela Minori del Friuli Venezia Giulia), PROGETTO FAMIGLIA (Federazione di enti no-profit per i minori e la famiglia), UBI MINOR (Coordinamento Toscano per la tutela dei diritti dei bambini e dei ragazzi), SALESIANI PER IL SOCIALE, AFFIDAMENTO.NET Liguria (gruppo osservatore)

Qui invece le Osservazioni sul disegno di legge “Allontanamento Zero” presentato alla Giunta Regionale del Piemonte dalle Associazioni regionali.

Mutamenti Sociali nel Sistema Familiare: nuove sfide per l’affido

Giornata di studio e riflessione alle Officine Garibaldi – Pisa – 30 novembre 2019

Nella bella cornice delle Officine Garibaldi, promossa dall’Associazione Famiglia Aperta in collaborazione con la Società della Salute Pisana, il 30 novembre si è svolta la giornata di studio ed approfondimento dal titolo “Mutamenti sociali nel sistema familiare – Nuove sfide per l’affido”.

L’affluenza è stata buona, complessivamente sono stati presenti:

  • 31 tra assistenti sociali ed operatori del settore, iscritti alla lista aperta dalla SdS,
  • 39 tra soci, sostenitori e volontari di altre associazioni in rete con Famiglia Aperta

La discussione, condotta da Pietro Galliani assistente sociale che da anni collabora con Famiglia Aperta sui progetti in convenzione, è stata seguita con interesse dai partecipanti.

Ha aperto i lavori l’Assessore Gianna Gambaccini, nella sua qualità di Presidente della Società della Salute Pisana. Ha ricordato come il tema dell’affido sia balzato agli onori della cronaca di recente, ma a suo avviso non bisogna generalizzare e invece affrontare il problema con estrema serietà. Il legislatore dovrebbe rivedere in taluni punti la normativa sull’affido ed è necessario avere mezzi più adeguati per interventi più efficaci.

La Garante per l’infanzia e l’adolescenza per la Toscana Camilla Bianchi, non potendo essere presente per precedenti impegni, ha inviato un saluto che ha letto  Raffaella Nardini.

In questo mese di novembre ricorre il trentennale della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e adolescenza e questo da ulteriore valore al nostro convegno, che fa riflettere sul tema dell’affidamento familiare. Ricorda che il compito di cura e tutela del minore non riguarda solo le persone che gli stanno vicino, ma tutta la società e le istituzioni in prima istanza.

Sabina Ghilli, Direttrice della Società della Salute Pisana, assicura il suo impegno per far partire il progetto “Coccole in ospedale” e spera che entro l’anno sia firmato il protocollo per attivare il progetto da gennaio prossimo. Ritiene importante la collaborazione con l’Associazione Famiglia Aperta , che porta con i suoi volontari un’esperienza fondamentale.

Poi fornisce alcuni dati sull’affido che evidenziano un calo sia per quelli familiari, che per quelli inseriti in struttura. Bisogna quindi lavorare per capire meglio la problematica.

Maria Atzeni, Responsabile U.O. assistenza sociale sul territorio pisano, apre i lavori dal punto di vista tecnico, intrattenendo i presenti sui mutamenti sociali che hanno cambiato la struttura della famiglia e la sua disponibilità verso l’accoglienza. Oggi sono molte le famiglie monoparentali, a geometria variabile, ricomposte e quindi più complicate. Maggiori le difficoltà di inserimento nel tessuto sociale, sia per difficoltà occupazionali, sia di impegno lavorativo, che si traducono in problemi economici da un lato e in eventi emotivamente depressivi dall’altro. Questo ha cambiato l’approccio all’affido.

Poi c’è il bambino, che spesso viene immaginato dalle famiglie accoglienti in un modo che non corrisponde alla realtà. Lui però ha in mente solo la sua famiglia, il papà e la mamma, di cui dobbiamo tener conto e con cui bisogna relazionarci.

Fa poi degli esempi concreti raccontando la sua esperienza e i momenti di emozioni positive che ripagano delle tante fatiche per seguire i progetti. Il bambino va coinvolto nel progetto di inserimento, a seconda della sua età e capacità, va sentito e per quanto possibile accontentato. Talora gli affidi non funzionano perché il bisogno del bambino è stato disatteso e l’inserimento è avvenuto senza capire le sue esigenze.

Parla anche del Servizio Sociale e della difficoltà degli operatori a lavorare in questo campo. Ma, nonostante vengano attribuite loro tutte le colpe per le cose che non vanno, continuano a lavorare con una motivazione che talvolta stupisce.

Tutto il mondo che ruota intorno all’affido deve cambiare, anche i progetti presentati dalle associazioni vanno ripensati per adeguarsi ai tempi che cambiano.

L’intervento di Anna D’Antona, attuale Presidente di Famiglia Aperta, si apre con il racconto della nascita e della storia dell’associazione. Ricorda la sua costituzione in ODV nel 1993, la spinta data ai comuni per l’apertura dei Centri Affido, ancora non presenti in zona, la Casa-famiglia di Caprona, che nasce per accogliere bambini e ragazzi in un ambiente che si ispira alla famiglia e che si appoggia al volontariato. Parla della collaborazione con i S.S. di Pisa e di Livorno per l’attuazione di azioni di miglioramento nei Centri affido e per la diffusione della cultura dell’accoglienza.

Poi svolge un attento esame dei soggetti dell’affido, partendo dal bambino, passando alla famiglia affidataria e a quella naturale, ricordando i ruoli dei S.S. e dell’Associazione stessa. Di tutti questi soggetti traccia “luci” e “ombre”, ponendo domande.

Conclude con una domanda fondamentale: Il Centro affidi è un servizio essenziale? E, se questo è vero, perché non ci sono fondi sufficienti a portare avanti una politica adeguata sul territorio?

Come ricorda Pietro Galliani, il nostro moderatore, l’intervento successivo ci porta fuori del nostro piccolo contesto provinciale e spazia sulle problematiche nazionali.

Marco Giordano è infatti il portavoce del Tavolo Nazionale Affido. Ricorda un’esperienza molto interessante che ha vissuto partecipando a Roma per 2 anni agli incontri di un gruppo attivato dal Ministero delle Politiche sociali, che ha portato alla emanazione delle linee guida nazionali sull’affido.

Sull’argomento della giornata pone due interrogativi:

qual è la motivazione di molte coppie che si avvicinano all’affido? spesso è quella di famiglie che vogliono adottare, ma questa motivazione può evolvere;

– è vero che la disponibilità all’affido è diminuita, ma dipende spesso dal minore tempo a disposizione della famiglia e questo non può essere una colpa.

Parla poi degli adolescenti che sono la categoria più disagiata tra quelle che sperimentano l’affido familiare. Oltre ai problemi che derivano dalle famiglie d’origine, si assommano quelli propri dell’età.

La maggior parte delle famiglie che prendono in affido un adolescente lo hanno già conosciuto in comunità o in altri ambiti (scolastici o sportivi). Quindi occorre organizzare momenti d’incontro per poterli conoscere da vicino.

A suo avviso il malessere si deve intercettare in ambito scolastico, con un maggior impegno da parte di insegnanti e di altri genitori, magari i rappresenti di classe.

Abbiamo un eccesso di affidi disposti dal tribunale e pochi consensuali. Ma perché l’affido consensuale sia possibile bisogna che il genitore naturale si fidi dell’assistente sociale che glielo propone; questo implica una conoscenza approfondita che spesso manca.

La politica di prevenzione va attivata dai Servizi Sociali e dai comuni, che si accorgeranno che a medio termine risulta meno dispendioso economicamente.

A suo parere anche le persone che lavorano in rete (A.S., volontari di associazioni, ecc..) devono conoscersi meglio e stimarsi per lavorare bene insieme.

Infine, deve passare nella cultura generale l’idea che l’affido fa bene anche alla famiglia che accoglie.

Prende la parola Massimo Bartoletti, psicologo e psicoterapeuta, che collabora da anni con il Servizio Sociale di Pisa per conto di Famiglia Aperta.

Da psicologo pone l’accento sulle due grandi domande che sono imprescindibili per qualsiasi persona:

– la prima è “chi sono”, e rappresenta l’identità psicologica di ognuno di noi e quindi anche del bambino in affido;

– la seconda è “da dove vengo”, e riguarda il senso di appartenenza.

Queste sono due domande che bisogna porsi quando ci si trova davanti a un bambino in affido. Da questo discende l’importanza che la famiglia affidataria conosca la storia del bambino e quella della famiglia d’origine. In questa attività è essenziale che gli affidatari siano supportati dagli operatori e seguiti dal punto di vista psicologico.

Dice un vecchio professore: “un bambino felice è un bambino pensato“. Cioè deve sentire che si trova in un ambiente accogliente e capire perché non sta più con i suoi genitori.

Parla poi del progetto di accoglienza, che si svolge in 3 fasi:

  1. la prima fase è quella della “luna di miele”,
  2. la seconda è quella in cui il bambino ti mette alla prova,
  3. la terza è quella dell’equilibrio.

Attenzione a quello che si può chiamare “conflitto di lealtà”. Spesso il bambino con genitori fragili viene adultizzato e si sente in colpa per non poter aiutare i genitori in difficoltà. Va aiutato anche in questo caso a superare questo problema psicologico.

Dopo un breve ma interessante dibattito, si è svolta la pausa pranzo.

Alla riapertura dei lavori interviene Pasquale Addesso, magistrato a Como ed esperto in materie giuridiche, fiscali e previdenziali che riguardano gli affidi familiari.

Quando si pensa di accogliere un minore in famiglia si pensa solo agli aspetti psicologici del bambino e alle problematiche di inserimento in contesti diversi da quelli di origine. Invece, spesso si va incontro a problemi burocratici che la famiglia affidataria non può risolvere da sola.

Nei decreti di affidamento quasi mai si fa riferimento alle problematiche fiscali, assistenziali e previdenziali. Quindi gli affidatari si accorgono solo dopo che oltre all’aspetto educativo ci si deve occupare di aspetti giuridici talvolta di difficile soluzione. Anche i professionisti (commercialisti, patronati, ecc..) non hanno esperienza specifica e devono improvvisare. I servizi sociali, in genere, non hanno competenza in materia e, invece, dovrebbero essere formati.

Della questione si è interessato, in collaborazione con il Tavolo Nazionale Affido, riunendo le normative e le osservazioni in un libro dal titolo “Affidamento familiare: Profili fiscali, contributivi, ISEE e amministrativi”.

Purtroppo i problemi possono venire alla ribalta anche dopo che l’affido è finito, mettendo in difficoltà la famiglia accogliente.

Parla poi delle varie questioni di cui si è occupato:

  • differenza tra affidamento diretto e collocamento,
  • le detrazioni IRPEF per il minore,
  • la residenza,
  • i congedi parentali.

Tutte queste difficoltà potrebbero far apparire l’affido come un’esperienza eroica, ma occorre supportare gli affidatari fornendo loro le risposte che cercano e quando possibile anticipandole.

Prendono la parola due componenti importanti del Centro Affidi di Pisa, Rachele Vitali assistente sociale, e Cristina Cavallaro, psicologa.

La loro è un’equipe multidisciplinare che precede la decisione del Servizio Sociale sull’idoneità delle famiglie che danno disponibilità all’affido.

Raccontano ampiamente degli strumenti utilizzati per comprendere meglio le motivazioni delle famiglie accoglienti e che le aiutano ad immaginare le situazioni che potrebbero verificarsi nei rapporti con il bambino e la famiglia naturale. Guidano le famiglie a riflettere sui ruoli educativi, affettivi e sociali e le aspettative del bambino. Le dinamiche di attaccamento-separazione, la comunicazione empatica ed altro ancora formano gli argomenti di questi incontri.

La fiducia e l’ottimismo sono la bussola che consente di lavorare nell’ottica della creazione di un cambiamento.

Infine, interviene Raffaella Nardini, vice presidente dell’associazione, che ha lavorato al progetto “Coccole in ospedale”, in collaborazione con Cristina Cavallaro, Laura Guerrini neonatologa, Paolo Ghirri direttore della neonatologia a Pisa (che purtroppo ci ha lasciati di recente).

Racconta che un neonato, pur se nella prima fase della vita non è in grado di esprimere nulla verbalmente, però recepisce gli stimoli e percepisce come noi ci approcciamo a lui. Studi ed esperienze cliniche ci dicono che il neonato che non viene accudito in maniera esclusiva e tattile nei primi giorni di vita, avrà delle ferite che porterà con sé per sempre.

La risposta dei volontari disponibili a coccolare è stata sorprendente, ma ha trovato un ostacolo nella firma del protocollo da parte della Azienda Ospedaliera Pisana, che si spera venga superato presto, come ha detto la d.ssa Ghilli.

Un altro progetto innovativo per Pisa, ma pensato da lungo tempo dalla nostra associazione, è quello delle “Famiglie ponte“, che prevede l’affidamento familiare di bambini piccolissimi (0 -24 mesi) per un periodo breve, possibilmente inferiore all’anno, e consente di evitare lunghe permanenze in ospedale o in comunità ai bambini che si trovino in situazioni di elevata incertezza sulla loro futura collocazione. In questo modo il bambino potrà ricevere quell’accudimento che gli permetterà di creare legami affettivi forti anche nei suoi rapporti futuri.

Dopo un altro momento di dibattito e riflessioni, il convegno si chiude il pomeriggio alle 17,00.

 

 

 

 

 

 

Due film in giardino: L’affido familiare raccontato da grandi registi

Cari amici,
siamo alla quarta edizione dei “Film in Giardino”.
Vi aspettiamo presso la casa famiglia ” Croce del Sud ” di Caprona – in Via Dante Alighieri 41/a a Caprona per due serate all’insegna del Cinema, che è capace di raccontare, con le sue immagini, l’affido familiare e le tematiche legate ai minori.
Un’occasione per incontrarci, proposta da chi vive questa esperienza-percorso e dedicata a chi ha domande, curiosità legate a questo tema a noi caro.
L'affido familiare raccontato da grandi registi

Due film in giardino

Ci troviamo alle ore 21,00 per le proiezioni:
  • il 13 settembreIl ragazzo con la bicicletta regia di Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne
  • il 20 settembre  “Martian Child” regia di Menno Meyjes
La visione è gratuita. 
Vi aspettiamo numerosi|
 
P.S. – Le previsioni del tempo danno aria più fresca e, quindi, consigliamo un giacchetto e una sciarpa.

L’affido familiare, questo sconosciuto

Ubi Minor
Coordinamento associativo per la tutela
e la promozione dei diritti dei bambini

In questi ultimi mesi, a seguito di fatti gravi emersi nelle cronache e su cui sta indagando la magistratura, si è registrata una serie di interventi su alcuni giornali e sui social che sembrano mirare alla demonizzazione dell’affido, soprattutto nelle comunità familiari, riportando considerazioni e dati non corretti che dimostrano la scarsa conoscenza della complessa realtà dell’affido di minori, ma purtroppo sembra che la conoscenza dei problemi sia cosa secondaria rispetto agli obiettivi di chi scrive.

Per questo come Ubi Minor (Coordinamento associativo per la tutela e la promozione dei diritti dei bambini che opera in Toscana) riteniamo giusto fare sentire la nostra voce e riportare alcuni dati che consentono una visione più realistica del panorama che riguarda la difficile realtà dei minori in affidamento.

Il nome che il coordinamento si è dato vuole proporre un ribaltamento di prospettiva in materia di tutela dei diritti dell’infanzia e significare che il diritto dell’adulto deve cedere il passo di fronte al preminente interesse del bambino;  vuole anche indicare che, laddove vi è un minore in difficoltà, è necessario che si investano risorse e si sviluppi un coordinamento di interventi a sua difesa.

Sia chiaro che chi sbaglia deve pagare e che i controlli in questo ambito così delicato devono essere ampliati e moltiplicati,  ma ciò che non vorremmo accadesse è che il racconto giornalistico di vicende drammatiche porti le persone a guardare  con diffidenza all’affido,  che invece rimane lo strumento elettivo per inserire i bambini in contesti adeguati alla loro crescita allontanandoli da situazioni familiari difficili e compromesse per vari motivi che non sta certo a noi giudicare.

Purtroppo quello che come associazioni e famiglie affidatarie abbiamo imparato a conoscere negli anni e che invece non emerge se non nei pochi casi che arrivano,  spesso troppo tardi,  alla cronaca è il grande numero dei minori vittime di maltrattamenti in famiglia o che hanno assistito a violenze familiari (vedi tutti i casi che finiscono con un femminicidio)  o ancora  che hanno subito abusi sessuali anche della famiglia naturale.

Per la Toscana tutti i dati sono reperibili presso il Centro Regionale Toscano di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza; da questi dati risulta che solo nel 2016 in Toscana i bambini maltrattati in famiglia sono stati 1920  di cui il 75%  italiani  e il 25%  stranieri, mentre i minori vittime di abusi sessuali in famiglia,  sempre nel 2016,  sono 123  almeno quelli emersi di cui il 70% italiani e il 30% stranieri , mentre il 83% femmine.

Come si vede le cifre sono impressionanti e ancora di più se riportate a livello nazionale,  pertanto non è corretto affermare,  come ha fatto qualche giornalista,  che i soldi spesi per gli affidi di questi bambini dovrebbero essere dati alle loro famiglie di origine,  perché come dimostrano i dati riportati non sono certo le difficoltà economiche la ragione dell’allontanamento dei minori.

Quando in una famiglia ci sono solo difficoltà economiche non accompagnate da incapacità di accudimento o da maltrattamenti nei confronti dei bambini, i servizi sociali attivano tutta una serie di interventi a sostegno delle famiglie, sia di natura economica che di assistenza domiciliare e socio educativa.

Inoltre non è corretta nemmeno la cifra di “30.000 minori nelle case-famiglia” perché sulla base dei dati del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali (2014)  risultano affidati 26.420 minori di cui 14.020 in famiglie  e 12.400 in case famiglia.

In un articolo si parla di “un business che si finge accoglienza”, ma come si vede dai dati sopra riportati meno della metà dei ragazzi allontanati dalle famiglie naturali è accolto in strutture e chi scrive evidentemente non conosce la complessità delle situazioni di tanti minori che, specialmente se preadolescenti o adolescenti, hanno necessità di interventi di educatori professionali e psicologi che le famiglie affidatarie non potrebbero garantire.

Inoltre saranno forse anche 10.000 le coppie in attesa di adozione, ma i ragazzi che vanno in affidamento familiare non sono adottabili proprio perché c’è la speranza che,  con un progetto di lavoro complessivo, possano rientrare nelle famiglie di origine e proprio per questo i genitori naturali conservano la patria potestà,  tranne che nei casi più gravi.

Per gli affidi familiari è sempre più difficile trovare famiglie disponibili all’accoglienza perché non è semplice ospitare un bambino che ha dei trascorsi molto traumatici e che fa fatica a sviluppare nuove relazioni di attaccamento,  anche se ne sente fortemente il bisogno.

Si parla poi di cifre non corrispondenti alla realtà perché il miliardo di euro all’anno è calcolato come se tutti i 30 mila minori fossero inseriti in strutture; poiché invece come sopra precisato i ragazzi in struttura sono 12.400 (con una retta media di 100 euro giornaliere che comprende le spese dirette per i minori quelle per la casa e per gli educatori)  la spesa totale ammonta a euro 452.600.000.

Per quanto riguarda i ragazzi accolti nelle famiglie affidatarie che sono 14.020 (con una cifra media di euro 400 mensili accordata alle famiglie come contributo spese)  la spesa totale è di euro 67.300.000.

Quindi, come si vede, la spesa complessiva è di poco più di mezzo miliardo,  che certo sono soldi pubblici e,  anche se come in ogni altro ambito possono purtroppo esserci dei casi in cui persone poco oneste traggono qualche profitto,  non si può generalizzare e criminalizzare un settore a scapito prima di tutto dei minori quando invece bisognerebbe riaffermare l’importanza e la ricchezza umana dell’accoglienza e dell’affido mettendo in luce il suo valore sociale per convincere altre famiglie ad avvicinarsi a questa esperienza.

Infine vogliamo fare alcune precisazioni anche sui ragazzi inseriti nelle comunità, che ormai da anni sono per legge di piccole dimensioni, proprio per consentire loro di essere adeguatamente accompagnati e sostenuti.

Anche per questi minori il rapporto con gli assistenti sociali del territorio continua con verifiche periodiche sui progetti individuali che le strutture devono predisporre e tenere costantemente aggiornati e che vengono ulteriormente controllati dalle commissioni multidisciplinari  oltre che direttamente dal Tribunale dei minori a cui vengono inviate relazioni semestrali.

Quello che è mancato, e che continua a mancare, è un’applicazione concreta dei diritti affermati dalla Convenzione di New York a tutela dei minori di età: tra tutti, essere protetti da ogni forma di violenza, in nome del suo superiore interesse.

Per fare ciò occorre ripensare seriamente, con obiettivi concreti e verificabili, al sistema di tutela dei minori, al fine di ottenere una riforma immediatamente applicabile, di impatto, e lungimirante.

Risorse umane e finanziarie adeguate agli obiettivi. Competenza. Capacità. Messa in rete. Maggiore comunicazione tra gli organi istituzionali e con le associazioni che si occupano di affido e tutela dei minori. Tavoli permanenti di confronto a più livelli, dal locale al nazionale. Sanzioni ferree e adeguate alle pene in caso di reati. Questi, sono solo alcuni dei punti fermi su cui dovrebbe basarsi la riforma.

Coordinamento toscano Ubi Minor